Introduzione
Una studentessa iraniana trentenne è stata arrestata e portata in un ospedale psichiatrico, il 2 novembre, dopo essersi spogliata per protestare contro l'hijab obbligatorio (velo islamico) e le molestie da parte delle guardie di sicurezza presso l'Università islamica Azad di Teheran, che applicavano questa politica del regime.
Il suo nome è Ahou Daryaei ed è una studentessa universitaria di letteratura francese presso l'Università Azad di Teheran.
Le sue azioni hanno scatenato un ampio dibattito in Iran e a livello internazionale, con molti utenti dei social media che lo hanno definito un esempio "eroico" di disobbedienza civile, in linea con il movimento "Donna, vita, libertà".
Tuttavia, le autorità iraniane stanno spingendo una visione diversa, suggerendo che sta vivendo problemi di salute mentale.
Se questa donna avesse vissuto in circostanze normali, potrebbe non aver mai preso un'azione così drastica. Sebbene sia vero che abbiamo assistito ad atti di protesta simili in varie parti del mondo, la risposta di questa donna deve essere compresa nel contesto di una società altamente religiosa e misogina. In una società in cui le donne non hanno autonomia sui propri corpi, il suo atto di nudità rivela l'enorme pressione che ha dovuto affrontare.
Il regime in Iran rivendica la proprietà dei corpi delle donne, usando la violenza come strumento per imporre questo controllo, lo stesso controllo che ha portato al tragico omicidio di Mahsa Amini.
Questa donna è una normale ragazza iraniana, che frequenta l'università e cerca di respirare in un'atmosfera soffocante priva di diritti fondamentali. Quando è stata accusata per via del velo (hijab), ha reagito nell'unico modo che riteneva di poter fare.
Che le sue azioni fossero guidate dalla rabbia, dalla disperazione, dalla pressione nervosa o dal coraggio, la protesta di questa donna è encomiabile. La ammiriamo per essersi opposta da sola a un regime religioso tirannico che si considera il proprietario del suo corpo. Oggi, i pilastri di questo sistema oppressivo sono stati scossi dal suo atto coraggioso.
Le piccole libertà che la società iraniana può vedere oggi sono il risultato di atti coraggiosi di donne come lei. Proprio come l'uccisione di Mahsa Amini ha innescato cambiamenti irreversibili nella società iraniana, così anche la sfida di questa donna segna l'inizio di un nuovo capitolo. Il movimento "Donna, vita, libertà" potrebbe non aver portato al cambio di regime che molti desideravano, ma ha innescato un enorme progresso sociale e la lotta per i diritti e le libertà fondamentali E questo è l'inizio del percorso verso la libertà...
Nonostante decenni di oppressione, le donne iraniane sono più forti che mai, esigono i loro diritti, anche quelle donne che sono religiose o sostengono il regime riconoscono la necessità del cambiamento. Le limitazioni hanno dato vita a creatività e potere, e la nuova generazione non può più essere frenata da questo regime islamico dittatoriale.
Le donne iraniane non cercano pietà; chiedono sostegno nella loro continua lotta per la libertà, i diritti umani e l'uguaglianza.
Testo da: Servas Women
Imaggini: dai social media